Cad tú feadaíl?
Posted on 01/01/2022 in viaggi
Circa trent'anni fa, abbondanti. Nell'ambito di un giro dell'Irlanda, io ed altri stavamo percorrendo County Cork e County Kerry in bicicletta, fermandoci in paesini tipo Ballingeary (nome locale: Béal Átha an Ghaorthaidh e non m'invento nulla), Macroom (Maigh Chromtha), Ballylickey (l'ho pensato anch'io, ma è la traslitterazione di Béal Átha Leice).
Ora tra i miei molti vizi annovero anche il gusto per ballate e reel irlandesi, e così mi ero procurato alcune cassette e capitava che canticchiassi o fischiettassi qualcosa (stonato, eh, ma è un altro discorso).
Non ricordo dove fu - vorrei azzardare An Chaolchoill, c'era un pub sulla strada - che ci fermammo a mangiare qualcosa per far tappa, e io ed altri ci mettemmo a sistemare le bici; e nel mentre che pippolavo col deragliatore, fischiettavo allegro "The Merry Ploughboy".
Un anziano seduto lì fuori, che pare il bisnonno di Bodb Derg, sta lì a prendere il sole e a guardarci mentre ci riempiamo di morchia.
A un certo punto, mi chiama.
"Giovanotto,".
"...sì?"
"Giovanotto, non ho potuto fare a meno di notare che sta fischiettando con passione."
"Uh, scusi. Le do fastidio?"
"Nooo. Vorrei però darle un consiglio."
"...dica pure?" (cosa diavolo...?)
"Lei lo sa che canzone sta fischiettando?"
"Sì, certo. Si intitola 'L'Allegro Contadinotto'."
Il vecchio ammasso di rughe annuisce serio un paio di volte. Spero che la cosa si concluda qui perché, benché con l'inglese io me la cavi, questivì parlano un dialetto che è veramente qualche cosa. Ma lui ritorna alla carica.
"Le capita per caso di saperne le parole?"
"Euh... sa, mi spiace, devo confessarle che - il fatto è che non capisco benissimo l'inglese parlato, perciò qualche parola mi manca."
"Avevo pensato che questo potesse essere il caso. Gliele spiego io, giovanotto. Accontenti un vecchio, e mi reciti quello che sa di quella canzone."
"...'Perché ho sempre odiato la servitù,/ dal giorno in cui sono nato / e perciò sto partendo per raggiungere...' - ecco, questa è una parola che non conosco, immagino sia un nome, 'Ayorhey'?"
Stavolta gli strappo un sorriso. Scuote il capo. "No. Non è un nome. Non è neanche una parola."
Mi guarda. "Sono tre lettere,", scandisce, "Ay. Orrh. Hey."
Decodifico l'accento locale. "Ummm... Ay è I... Orrh è R... e Hey..."
Giunge l'orribile comprensione: questo stronzo di contadinotto all'aratro, siccome odia la schiavitù, ha pensato bene di mollare cavalla e cappotto e se ne è andato ad arruolarsi nell'I.R.A., lasciandomi in un lago di merda.
Devo essere impallidito un tantino, perché il vecchio mi sorride più forte. "Eh, sì. IRA. L'Esercito Repubblicano Irlandese. Per cui... ecco, giovanotto... il mio consiglio sarebbe di fischiettare qualcos'altro. Qui non è così brutta come su a nord, anzi, anzi: e io sono vecchio, io lo capisco che lei è un turista senza cattiveria, ma... lei fischietti dell'altro, e anche qui ci sta, eh, che incroci qualcuno che non capisce, e decide di spararle."
Se qualcuno dei miei 2.5 lettori era in quel gruppo, e si è mai domandato perché di botto io abbia fatto tutto il resto del giro fino a Macroom in religioso silenzio con la bocca atteggiata a culo di gallina e le chiappe strette, ecco, adesso lo sa.